Nasce e si realizza l'idea dei Mondiali

di Adalberto Bortolotti *

Sin dalla fondazione della FIFA (Fédération internationale de football association), che ebbe luogo il 21 maggio 1904 a Parigi, l'idea di un Campionato di calcio aperto alle rappresentative nazionali di tutti i paesi del mondo costituì l'utopia di un illuminato gruppo di pionieri. La Francia, che già aveva avuto il merito di riesumare, a fine Ottocento, l'ideale olimpico, grazie a Pierre de Coubertin, fece ancora da traino. Francese era il primo presidente della Federazione internazionale, Robert Guérin, un giornalista dalla fervida fantasia. Suo fu un primo progetto di Campionato di calcio che parve prendere corpo l'anno seguente, quando successive adesioni accrebbero l'esiguo numero dei paesi fondatori. Con la collaborazione del suo segretario generale, l'olandese Carl A. Wilhelm Hirschmann, Guérin arrivò a stabilire un meccanismo di quattro gruppi eliminatori (Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda nel primo; Spagna, Francia, Belgio e Olanda nel secondo; Svizzera, Italia, Austria e Ungheria nel terzo; Germania, Danimarca e Svezia nel quarto), configurando in tal modo l'embrione di un Campionato europeo. Le squadre vincitrici dei quattro gruppi si sarebbero dovute affrontare in un torneo finale in Svizzera. Tuttavia, il 31 agosto 1905, quando si chiusero i termini delle iscrizioni al Campionato, nessun paese, neppure la Svizzera delegata a ospitare la fantomatica fase conclusiva, aveva formalizzato la propria adesione. Se ne dedusse che i tempi non erano ancora maturi.

La tappa successiva fu di ufficializzare la presenza del calcio nei Giochi Olimpici e la cosa funzionò sino a quando non si determinò la frattura insanabile fra professionismo e dilettantismo, alle cui severe regole erano allora ancorati tutti i partecipanti alle Olimpiadi. Ne pagò le conseguenze l'Inghilterra, che avendo adottato, in anticipo su tutti gli altri, il professionismo nel calcio, fu costretta a inviare al torneo olimpico rappresentative di secondo piano, regolarmente maltrattate dai professionisti 'mascherati' delle altre nazioni.

Jules Rimet
Nel 1921 salì alla presidenza della FIFA un altro francese, Jules Rimet, che diede l'impulso decisivo all'idea di un Campionato di calcio autonomo pur scontrandosi a lungo con il Comitato olimpico internazionale, restio a privarsi della disciplina che gli garantiva il maggior seguito e i più ricchi incassi. Il 10 dicembre 1926, nella riunione dell'esecutivo a Parigi, la FIFA nominò una commissione per studiare la formula di un Campionato di calcio aperto a tutte le federazioni iscritte. Ne fecero parte lo svizzero Bonnet, l'austriaco Meisl, l'italiano Ferretti, il tedesco Linnemann, l'ungherese Fischer e il braccio destro di Rimet, Henry Delaunay, francese. Il 18 maggio 1929, durante il congresso di Barcellona, furono approvate le proposte della commissione articolate in quattro punti: 1) la FIFA avrebbe organizzato ogni quattro anni un Campionato Mondiale di calcio a partire dal 1930; 2) tutte le Federazioni associate, senza distinzione fra professionisti o amatori, avrebbero potuto iscriversi al Campionato (ciò avrebbe risolto il conflitto con i Giochi Olimpici che avrebbero continuato a ospitare nel proprio ambito un torneo di calcio riservato esclusivamente a formazioni dilettantistiche); 3) nel caso di iscrizioni superiori a 30, si sarebbero disputati incontri eliminatori; 4) tutte le spese sarebbero state a carico del paese organizzatore.

In un clima di grande entusiasmo, la FIFA scelse la sede del primo Campionato del Mondo tra i sei paesi pretendenti, di cui cinque europei (Svezia, Spagna, Ungheria, Italia, Olanda) e uno sudamericano (l'Uruguay, in possesso dei migliori titoli sportivi come campione olimpico nel 1924 e nel 1928). L'Olanda, la Svezia e l'Ungheria ritirarono la loro candidatura in favore dell'Italia, che a sua volta accondiscese a lasciare via libera all'Uruguay in cambio della priorità per i successivi Mondiali del 1934. Restava solo la Spagna, ma Ricardo Cabot, segretario generale della Federazione iberica, sciolse ogni dubbio prendendo la parola in un silenzio carico di tensione: "Il calcio spagnolo è disposto a lottare con i fratelli del Sud America soltanto su un campo di gioco, mai in un congresso della FIFA, oltretutto tenuto in una città spagnola". Erano tempi di grande cavalleria. Fu scelto anche il nome della manifestazione: 'Coppa del Mondo', successivamente rinominata 'Coppa Rimet' in omaggio al suo artefice.

* Tratto da I Campionati Mondiali, in Enciclopedia dello Sport, Treccani, 2002 (© Treccani)


§ Vedi anche Les prémices de la Coupe du Monde de la FIFA, storia ufficiale della FIFA.